Il limite della poesia
Qual'è il vero limite della poesia?
Forse la lingua. Forse io italiano, pur sapendo a perfezione l'inglese, non riuscirei a cogliere tutte quelle sfumature di significato che presenta 1 poesia scritta in lingua straniera. Sicuramente non ci riuscirò mai. Ma questa non è 1 questione di lingua.
Io, ad esempio, scrivo per me stesso e al momento stesso in cui scrivo non mi preoccupo di quello che la poesia dovrebbe trasmettere ad un eventuale lettore. Mi preoccupo solamente di scrivere quello che sento, che poi può benissimo essere amplificato, rimpicciolito, distorto, ma è sostanzialmente quello che sento. Se poi a qualcun'altro piace quello che scrivo, significa che gli ho comunicato qualcosa e questo è il bello di far poesia. Se poi quel qualcuno riesce a frantumare i versi e ad inserirsi all'interno delle metafore per scomporle come si fa con le Lego, arriverà a vedere ol3 l'apparenza di quelle parole e a scoprirne il significato nascosto. A questo punto vedrà chiaramente in faccia il poeta e gli dirà se quel che pensa è giusto.
È un gran piacere vedere che qualcuno riesce ad inserirsi nei tuoi meccanismi e si ritaglia un piccolo posto accanto al tuo cuore per parlarti sinceramente.
Alla fine critiche o complimenti sono sempre buoni strumenti per mettersi a confronto. È ovvio però che i complimenti sono benvoluti da tutti, ma personalmente preferisco 1 critica costruttiva piuttosto che un falso complimento.